In un articolo pubblicato sull’Huffington Post a proposito del bonus-diciottenni, l’on. Francesco Boccia ha espresso con indignazione il dubbio che Amazon non fornirà gratuitamente la vendita di beni e servizi acquistati col bonus.
Difficile dargli torto: Amazon, come ogni altro esercente che abbia aderito all’iniziativa, non darà libri gratis. Pensare il contrario, siamo d’accordo con lui, è offensivo dell’intelligenza degli italiani. Quei libri saranno forniti al loro prezzo, che tuttavia sarà non pagato dai diciottenni in questione, ma dai contribuenti. Nessun esercente, grande o piccolo, fisico o on line che sia, cederà ingressi ai musei o libri gratuitamente e per mera benevolenza verso i giovani. Lo farà per guadagnare, e tutto sommato, dal suo punto di vista, cambia poco che paghi il beneficiario immediato o pantalone. Se cedere beni e servizi a fronte di un corrispettivo è un crimine, ogni giorno, per ogni compravendita, ne viene compiuto un numero infinito.
Boccia potrebbe tuttavia aver voluto dire che l’uso del bonus darà ad Amazon l’occasione di lucrare sul possesso dei dati dei giovani diciottenni, facendo tesoro delle informazioni trasmesse.
Un’insinuazione simile tradisce il più ancestrale pregiudizio verso il mercato, per cui chi segue il motivo del profitto è per forza un disonesto.
Tutti gli esercenti che hanno aderito all’iniziativa del bonus per i diciottenni ottengono informazioni sul loro conto, si tratti della libreria di paese o di Amazon. Tutti, quindi, potrebbero idealmente usare le informazioni ricevute per scopi ulteriori rispetto al bonus, ad esempio usare la mail dei ragazzi per mandare loro informazioni promozionali.
Non vi è alcun motivo di ritenere che un operatore di e-commerce farà un uso improprio dei dati e il negozio di vicinato no, se non il vetusto e irrazionale sospetto contro chi, essendo diventato grande, si pensa abbia perso la propria purezza. Il trattamento dei dati dei diciottenni non è questione di purezza o meno. La legislazione italiana ha disciplinato già ampiamente l’uso illecito dei dati, in qualunque modo e a chiunque trasmessi.
Pensare che Amazon, solo perché impresa grande e, peggio ancora, americana, possa disonestamente trarre profitto da quei dati più di quanto non possa fare qualsiasi altro esercente che ha aderito all’iniziativa del bonus è, anche questo, un’offesa all’intelligenza degli italiani.