La pandemia e le conseguenze dell'essere stati chiusi in casa

Recensione al libro di Gilberto Corbellini e Alberto Mingardi, "La società chiusa in casa"

6 Novembre 2021

La Ragione

Argomenti / Teoria e scienze sociali

La lunga stagione del Covid ci ha portato a subire le chiusure, necessarie per limitare i contagi e non infartuare le strutture sanitarie. Ma cosa hanno comportato quelle chiusure, come hanno modificato il nostro vivere collettivo, non solo per il tempo in cui sono durate e, per certi aspetti, durano, ma in modo più duraturo? Il libro va oltre la questione strettamente legata alla pandemia e scandaglia le numerose e profonde implicazioni di quel che è successo.

Il titolo fa esplicitamente il verso a quello di un celebre e imprescindibile lavoro di Karl Popper (“La società aperta e i suoi nemici”). In una condizione ribaltata. Popper scrisse di quel che univa, in uno spazio aperto. Qui ci si interroga su quel che è successo al chiuso. Ed è significativo che gli autori parlino dei vaccini come strumenti per tornare a non diffidare dell’altro, dell’estraneo, da cui, chiudendoci, siamo stati costretti a prendere le distanze. I1 pericolo, appunto, è quello di riprendere a considerarlo come una minaccia in sé, mentre abbiamo gli strumenti per riprenderci la fiducia e la libertà. Quest’ultima, poi, spesso si concreta nel quotidiano in gesti semplici, come andare al bar per prendere un caffè. Ma ci sono cose che rimangono, della paura subita.

Se, osservano gli autori, aveva un senso all’inizio, senza altro strumento delle chiusure, contare i contagiati, ora, con i vaccini, ne ha meno, perché minori sono le conseguenze sanitarie. Almeno quelle in capo ai vaccinati. Eppure, per inerzia, continuiamo a fare il bollettino di prima, replicando quel sentimento allora ragionevole. Importante l’impatto sul sistema produttivo e i suoi risvolti sociali.

«Le società libere – si legge – sono quelle nelle quali la divisione del lavoro si è estesa di più, consentendo così quelle complesse reti di cooperazione, cieche ai confini nazionali, alle quali dobbiamo la nostra prosperità». Il virus ha minacciato questo sistema ed è importante affermare che quella minaccia è depotenziata dai vaccini, per non giocarsene il valore e gli effetti. Così come va ricordato che quella società aperta era già sotto l’attacco portato da infezioni culturali, che invocarono chiusure prima della pandemia. Forse, in questo, il virus ci ha aiutati a valutarne tutta la portata negativa.

da La Ragione, 6 novembre 2021

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