Perché nell'emergenza c'è bisogno del diritto

Esiste una forte asimmetria tra i poteri del governo e la possibilità di difendersi da parte dei cittadini

7 Settembre 2021

IBL

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Negli ultimi due anni si sono susseguiti provvedimenti d’urgenza che hanno fortemente limitato le libertà individuali al fine di contrastare il Covid-19.

In alcune occasioni i cittadini hanno provato a resistere impugnando i provvedimenti per via amministrativa ma, al di là del merito delle decisioni, in tutti i casi le norme sono entrate in vigore senza possibilità di sospensione e ai ricorrenti non è rimasto che adeguarsi. E questo è accaduto anche quando fossero ravvisabili profili di incostituzionalità per i quali, allo stato attuale, non è possibile richiedere un accertamento diretto senza il passaggio da livelli giurisdizionali precedenti.

La pandemia ci ha quindi confermato l’esistenza di una pericolosa asimmetria tra il potere decisionale del governo e la possibilità concreta per i cittadini di difendersi quando ritengono che tale potere abbia superato i limiti che la Costituzione ha fissato. Questa asimmetria è certamente amplificata nel corso di emergenze che giustificano una maggiore compressione delle libertà individuali.

Nei giorni scorsi, il comitato dei giuristi siciliani ha presentato un disegno di legge costituzionale per consentire ai cittadini il ricorso diretto alla Corte Costituzionale nei periodi di emergenza nazionale. Il singolo cittadino potrebbe quindi impugnare una norma relativa allo stato di emergenza direttamente davanti alla Corte, ottenendo così un giudizio più rapido e una più efficace tutela dei propri diritti e delle libertà fondamentali. I promotori prevedono anche l’ipotesi di una impugnazione preventiva della norma, promossa da soggetti istituzionali e da un numero di cittadini non inferiore a 500, che consentirebbe una tutela rafforzata rispetto all’ipotesi di norme viziate da profili di incostituzionalità che dispiegano comunque i propri effetti nell’attesa che si completi l’iter giudiziario. L’istituto è già presente in altri paesi europei e sarebbero comunque previsti filtri preposti a evitare l’eccessivo carico di lavoro della Corte, con conseguenti profili di scarsa efficacia della tutela legata a tempi di decisione troppo lunghi.

La pandemia ha certamente evidenziato molti difetti dei nostri sistemi giuridici ed economici consentendoci oggi di ragionare con maggiore lucidità su ciò che può essere cambiato perché ci sia maggiore garanzia delle libertà fondamentali e dei diritti dell’individuo.

Non sappiamo se la proposta dell’accesso diretto alla Corte Costituzionale possa essere una risposta adeguata al bisogno di tutela che i cittadini avvertono quando il potere dello Stato cresce a dismisura, amplificato dal consenso sociale legato all’emergenza in corso. Di certo può essere uno strumento utile per chi è convinto che l’individuo debba sempre essere messo in condizione di difendersi con efficacia quando sente di essere leso nella sfera dei propri diritti individuali.

7 settembre 2021

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