Direttore Generale
Alberto Mingardi (Milano, 1981) si è laureato in scienze politiche all’Università di Pavia, presso la quale ha inoltre conseguito un dottorato di ricerca.
È Professore Associato in “Storia delle dottrine politiche” all’Università IULM di Milano. È inoltre Presidential Fellow in Political Theory presso la Chapman University e Adjunct Scholar presso il Cato Institute di Washington DC.
È Segretario della Mont Pelerin Society. E’ Fellow della Royal Historical Society.
Ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Isfol. È Vice Presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione TIM, che svolge attività filantropica.
Ha svolto e svolge una intensa attività pubblicistica. Da giugno 2020, scrive sul supplemento economico del Corriere della Sera, L’Economia.
A livello internazionale, ha scritto su numerosi quotidiani e riviste e in particolare su The Wall Street Journal e politico.eu. È fra i blogger del blog EconLog.
In lingua inglese ha tradotto La Costituzione secondo la giustizia sociale di Antonio Rosmini.
Ha tradotto in italiano, curandone le edizioni critiche, opere di Thomas Hodgskin, Herbert Spencer, Vilfredo Pareto ed Elie Kedourie.
L’elenco dei suoi libri è disponibile a questo link.
Per IBL Libri, ha curato La crisi ha ucciso il libero mercato? (2009) e sui temi della sanità, con Gabriele Pellissero, gli studi Eppur si muove. Come cambia la sanità in Europa, fra pubblico e privato (2010), La spesa sanitaria italiana: Quel che si vede, quel che non si vede (2013) e Competizione, sostenibilità e qualità: Quale futuro per il welfare sanitario italiano? (2014).
Corriere della Sera
19-12-2024 / Alberto Mingardi
Ridurre le tasse è indubbiamente un obiettivo nobile, ma farlo senza toccare le spese potrebbe essere un errore
Corriere Economia
09-12-2024 / Alberto Mingardi
Fred Smith aveva capito il ruolo della burocrazia negli USA e aveva iniziato a combatterla attraverso il Competitive Enterprise Institute
L'Economia – Corriere della Sera
09-12-2024 / Alberto Mingardi
La politica in Europa non si è limitata ad accompagnare un cambiamento, è entrata in campo per orientare i comportamenti