“I promessi sposi”? Uno dei migliori trattati di economia politica che siano mai stati scritti. Lo affermò molto tempo fa Luigi Einaudi, economista e secondo presidente della Repubblica, lo ribadisce oggi Alberto Mingardi, docente di Storia del pensiero politico alla Iulm e direttore dell’Istituto Bruno Leoni. Il grande romanzo, caposaldo della letteratura italiana, diventa così protagonista, insieme al suo autore, di un podcast (“Alessandro Manzoni: l’economia, la politica e i Promessi Sposi“) articolato in quattro episodi pubblicati online da Mingardi a partire dal maggio scorso.
«L’autore dei Promessi sposi era un figlio dell’Illuminismo – spiega Mingardi -, anzi forse un nipote. Sua mamma era Giulia Beccaria, figlia di Cesare, autore di “Dei delitti e delle pene”; suo padre naturale era con tutta probabilità Giovanni Verri, il terzo dei fratelli Verri: gli altri due editori della rivista “Il Caffè”». Sono dunque due grandi famiglie dell’Illuminismo lombardo a influenzare la formazione di Alessandro.
Una premessa importante per inquadrare la visione economica e sociale del Manzoni, vista più spesso in conseguenza della conversione al cattolicesimo, fonte riconosciuta del suo processo creativo. Mingardi torna invece al periodo parigino trascorso presso la madre e a contatto con il circolo degli “Idéologues”, eredi dell’Illuminismo settecentesco. Tra questi, un ruolo importante era rivestito da Claude Fauriel, storico, linguista e critico letterario che con Alessandro Manzoni strinse un’amicizia duratura.
da La Provincia, 27 giugno 2023