“Per ridurre le liste d’attesa stanziamo 61 milioni di euro”. Lo hanno annunciato il governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, che ha aggiunto: “Entro il prossimo 15 aprile le Ats dovranno mensilmente garantire un aumento del 10% mensile delle prestazioni rispetto al 2019”. Il provvedimento si aggiunge a quello approvato nella scorsa consiliatura per gli interventi chirurgici in area oncologica e specialistica ambulatoriale.
L’Istituto Bruno Leoni ha realizzato una ricerca che analizza gli effetti delle delibere che «hanno parzialmente ridotto le liste d’attesa, ma stanno penalizzando le strutture migliori abbassando la qualità delle prestazioni offerte ai pazienti», ha spiegato il curatore Paolo Belardinelli.
A distanza di più di sei mesi dall’entrata in vigore effettiva delle delibere la situazione non è cambiata, perché esistono alcuni centri di riferimento che attraggono un gran numero di pazienti per alcuni tipi di prestazioni ad alta specialità: «I primi dieci ospedali lombardi producono il 61% del totale degli interventi “specializzati’: II restante 39% è distribuito su 58 nosocomi. Questi centri specializzati sono anche quelli che subiscono la maggior parte delle penalizzazioni: circa 2,7 milioni di euro, il 72% del totale, contro 1,1 milioni del restante 28%».
«È dannoso – ha sottolineato Belardinelli – penalizzare le strutture migliori per un obiettivo irraggiungibile in questo modo. Il numero più alto di interventi fatti in ritardo è conseguenza delle preferenze dei pazienti, che preferiscono operarsi nella struttura specializzata aspettando di più, piuttosto che operarsi prima altrove. Paradossalmente, proprio a causa della loro qualità, a questi ospedali verranno ridotte le risorse».
Il “Bruno Leoni” suggerisce di cassare le ultime delibere per «non vanificare gli effetti positivi di altri interventi come quello che prevede di allocare risorse aggiuntive alle strutture ospedaliere specializzate e pubbliche con lunghe liste d’attesa. La nuova giunta – ha concluso Belardinelli – deve interrogarsi su come far fruttare di più le risorse e come liberarne di nuove».
da Avvenire, 28 marzo 2023