Confusione e approssimazione in un ennesimo passo falso verso la semplificazione istituzionaleConfusione e approssimazione in un ennesimo passo falso verso la semplificazione istituzionale
20 Febbraio 2017
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Giuseppe Portonera
Forlin Fellow
La mancata conferma referendaria della modifica alla Costituzione ha cristallizzato la riforma cd. Delrio, che avrebbe dovuto traghettare le province verso la soppressione costituzionale.
Questo risultato poco auspicabile è il frutto di una “curiosa” modalità di normazione: anziché procedere prima a riformare del dettato costituzionale e solo successivamente ad adeguare la legislazione ordinaria, il legislatore ha deciso di operare in maniera inversa, lasciando quindi che la posteriore riforma costituzionale avesse il ruolo di mero “suggellamento” di quanto già deciso in via ordinaria. Il legislatore ordinario ha, in questo senso, compiuto quello che non sembra eccessivo definire un vero e proprio “azzardo” finendo per mettere il carro davanti ai buoi.
La riforma Delrio non potendo abolire le province per via ordinaria, si è limitata a confermare in apparenza il processo di “svuotamento” delle loro competenze, affiancandovi in più degli enti “gemelli” come le città metropolitane. Tuttavia, autorizzando una serie di pesanti interventi fiscali, ha finito per compromettere l’esercizio delle funzioni di un organo che è ancora costituzionalmente necessario.