I benefici dinamici del processo concorrenziale si vedono proprio nella selezione degli operatori più efficienti
3 Agosto 2016
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Paolo Belardinelli
Research fellow IBL e fellow London School of Economics
Con la legge di stabilità 2016 il Governo ha riproposto il tema della trasparenza e della leggibilità dei bilanci degli enti del Servizio Sanitario Nazionale e ha introdotto novità interessanti utili al fine di individuare quelle strutture sanitarie la cui gestione economica si traduce costantemente in un risultato negativo.
Pur rappresentando un tentativo positivo da parte del Governo, la nuova normativa è ancora insufficiente a raggiungere l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema sanitario in modo tale da risparmiare risorse.
Il Commissario alla spending review Yoram Gutgeld ha recentemente difeso le gare centralizzate per gli acquisti che consentirebbero risparmi “in alcuni casi pari al 30%”. La centralizzazione delle gare è però una misura che riduce la concorrenza tra le strutture, le quali vedranno omologarsi i prezzi di acquisto di molti beni e servizi, a prescindere dalla propria gestione. Omologare il prezzo significherà far pagare di più a chi potrebbe pagare di meno ed eliminare un ulteriore incentivo a essere efficienti.
Per rendere il sistema più efficiente bisogna riconoscere che il sistema di mercato, non quello dei piani centralistici, rappresenta lo strumento più efficace. In questo senso, un elemento cruciale è rappresentato dall’introduzione della possibilità, tramite il fallimento, che gli operatori meno efficienti escano dal mercato stesso. I benefici dinamici del processo concorrenziale si vedono proprio nella selezione degli operatori più efficienti. Per questo motivo, senza un ulteriore passaggio, la riforma rimarrebbe incompiuta.