Il tentativo di razionalizzare il settore del gas riducendone la frammentazione rischia di mancare l’obiettivo perché di fatto elimina un importante grado di libertà organizzativa e dunque di efficienza delle imprese.
2 Novembre 2011
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
La distribuzione locale del gas potrebbe tornare in mano ai monopolisti pubblici.
La distribuzione locale del gas è stata oggetto di diversi interventi normativi e regolatori, tutti ispirati al principio che la frammentazione dei gestori fosse eccessiva. Tuttavia non esiste evidenza convincente sull’esistenza di economie di scala oltre una dimensione minima. Imporre una dimensione esagerata ai gestori rischia inoltre di produrre effetti anticompetitivi, rendendo meno contendibili le gestioni nonostante l’obbligo di affidamento tramite gara. L’analisi degli attuali gestori evidenzia come la riduzione degli ambiti a 177 rischierebbe di tutelare i monopolisti pubblici e deprimere gli investimenti. È possibile uscire da questa situazione consentendo un diritto di “opt out” ai comuni che intendono bandire gare in proprio, purché non partecipino con aziende da loro possedute.