In Italia negli ultimi anni sono sorte numerose nuove authority o agenzie di regolazione, ma nella maggior parte dei casi esse non presentano le necessarie caratteristiche di indipendenza e competenza.
Occorre individuare dei meccanismi di selezione dei regolatori orientati all’individuazione di competenze adeguate e alla tutela della loro indipendenza.
La proliferazione delle authority, da ultime le agenzie per i servizi idrici e il nucleare, non è stata accompagnata dalla dovuta attenzione per le garanzie d’indipendenza. Durante la crisi si sono ripetuti tentativi di minare la loro autonomia. Il rinnovo dei collegi è stato spesso messo sotto scacco dalla politica, complice un procedimento di nomina che favorisce logiche spartitorie. Negli USA le designazioni sono esaminate dal Senato, che non è legato all’esecutivo da un rapporto fiduciario e neppure ne condivide necessariamente l’orientamento politico. Serve una disciplina comune, posta al riparo da colpi di maggioranza e dalla decretazione d’urgenza. Il procedimento di nomina dovrebbe essere più trasparente e aperto. Il metodo elettorale australiano favorirebbe la scelta di personalità di alto profilo capaci di attrarre preferenze politicamente trasversali. Il rinnovo parziale dei collegi darebbe continuità all’azione delle authority.