L'abolizione delle Province può comportare importanti riduzioni dei costi amministrativi oggi legati a tali enti, grazie al trasferimento delle loro funzioni ad altri livelli di governo e alle possibili economie di scala.
Il governo ha dichiarato l’intenzione di abolire le Province. L’obiettivo è condivisibile e può comportare, se correttamente perseguito, risparmi consistenti e una più razionale organizzazione istituzionale. Tuttavia, esistono anche dei rischi: in particolare, occorre vigilare affinché le Province non vengano “salvate” indirettamente attraverso la proliferazione delle città metropolitane. Negli anni scorsi, inoltre, le Province hanno subito tagli significativi, in buona parte tradotti in minore spesa per investimenti.
L’abolizione delle Province consentirebbe di razionalizzare la spesa e il disegno istituzionale sottostante. Sebbene i tagli abbiano prodotto maggiore efficienza, è ancora possibile ricavare risparmi consistenti: in particolare, attraverso la migliore organizzazione delle funzioni e le possibili economie di scala, attraverso la riduzione dei costi amministrativi, attraverso l’esternalizzazione al mercato di alcune funzioni e l’abolizione di altre. Nel complesso, si stima che dall’abolizione delle Province possano derivare, nel medio termine, minori spese nell’ordine di 1,8 miliardi di euro / anno.