L'energia nucleare è pulita ed efficiente. Ma perché possa trovare spazio all'interno di un vero mercato e confrontarsi con le altre risorse in una serena competizione, è necessario tagliare il nodo gordiano della regolamentazione.
12 Febbraio 2004
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Dal referendum anti-nucleare del 1987, sembra che l’opinione pubblica sia cambiata. Sono 19 le nazioni che devono all’atomo oltre il 20% del proprio fabbisogno energetico. L’Italia importa dall’estero più del 15% dell’energia che consuma. L’energia nucleare è “pulita”, cioè non produce emissioni inquinanti. Il problema delle scorie è facilmente risolubile dal punto di vista tecnico. Le riserve note di uranio e torio sono sufficienti a soddisfare le richieste dei prossimi 160 anni. Gli impianti hanno ormai raggiunto un notevole grado di sicurezza sanitaria e ambientale. Solo il mercato può dire se l’energia nucleare è efficiente da un punto di vista economico. Bandire l’atomo è irrazionale e ipocrita. L’Italia ha bisogno di un’urgente liberalizzazione del mercato dell’energia.