La flat tax è una riforma importante che anche l'Italia dovrebbe considerare: i Paesi che hanno adottato l'imposta ad aliquota unica dimostrano come i presupposti della teoria economica siano stati confermati sul piano della prassi.
26 Ottobre 2005
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Andrea Gilli
Mauro Gilli
La flat tax, l’imposta ad aliquota unica, è una riforma importante che anche l’Italia dovrebbe considerare: per ragioni di efficienza ed equità. Questo ci insegna l’esperienza di quei Paesi che hanno adottato l’imposta ad aliquota unica, dimostrando come i presupposti della teoria economica (il “padre” della flat tax, idea sviluppata in dettaglio dall’economista Alvin Rabushka, è il Nobel Milton Friedman) siano stati abbondantemente confermati sul piano della prassi. “Crescita economica ed equità. Le ragioni della flat tax in Italia” è un importante lavoro di sintesi e documentazione
La semplicità della flat tax consentirebbe grandi risparmi di tempo e risorse nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Accoppiata a una no tax area, la flat tax rispetterebbe il criterio di progressività imposto dalla Costituzione. La spesa pubblica è spesso regressiva, quindi l’attuale sistema fiscale è iniquo. Grazie alla sua intrinseca equità, la flat tax ridurrebbe l’onere fiscale soprattutto sui più deboli e l’appiattimento dell’aliquota potrebbe stimolare la crescita economica. L’evidenza mostra una correlazione tra i tagli fiscali e la crescita del gettito grazie all’emersione del nero, all’aumento della base imponibile e alla diminuzione dell’incentivo a eludere. La flat tax può non essere sufficiente, ma probabilmente è necessaria a curare l’Italia “malato d’Europa”.