Le decisioni del Commissario Mario Monti sollevano problemi giuridici sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, non ha senso criminalizzare una pratica come quella del “bundling”, che va a diretto beneficio dei consumatori.
24 Marzo 2004
Argomenti / Diritto e Regolamentazione
Alberto Mingardi
Direttore Generale
Paolo Zanetto
L’indagine europea contro Microsoft è stata alimentata dai maggiori concorrenti della società, ascoltati con interesse dall’antitrust UE. Il Commissario Monti ha rifiutato un buon accordo con Microsoft per una pura questione di orgoglio. La decisione di Monti verrà portata davanti alle Corti europee, che hanno ripetutamente bocciato le sue analisi economiche del Commissario. Le imposizioni contro Microsoft sollevano problemi giuridici sulla tutela del diritto di proprietà intellettuale, il grande patrimonio di un’azienda di software. La decisione è favorevole ai concorrenti ma non va nell’interesse dei consumatori.