La pianificazione dei cieli fa male ai consumatori: una riforma del trasporto aereo non può non considerare il grande sviluppo dei voli effettuati dalle compagnie low cost.
18 Agosto 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Politiche pubbliche
Andrea Giuricin
Ci sono tutte le ragioni per considerare lo sviluppo delle low cost un fenomeno positivo, che il governo non dovrebbe ostacolare. Il piano di Bianchi pare pensato esattamente all’incontrario, cioè come un tentativo di sbarrare la strada alle compagnie a basso costo. Esso punta ad introdurre una pianificazione statale del settore aeroportuale, attraverso la quale sarebbe il ministro a decidere quale funzione devono assumere diversi aeroporti, impedendo quella specializzazione e valorizzazione dei piccoli scali che è stata indispensabile allo sviluppo delle low cost.
L’espansione delle compagnie low cost ha permesso lo sviluppo di aeroporti secondari con effetti benefici per la crescita economica, in particolare per il turismo e l’occupazione di molte regioni europee periferiche. L’Italia per ora è riuscita a non ostacolare il fenomeno: gli aeroporti italiani sono cresciuti ininterrottamente dal 1997, anno della piena apertura del mercato europeo e anche nel primo semestre 2007 è continuato l’incremento del traffico. Una riforma del trasporto aereo dovrebbe partire dal grande sviluppo dei voli effettuati dalle low cost: +32,7% nell’ultimo anno (luglio 2006/luglio 2007). Il vero problema degli slot consiste nell’assenza di un sistema dei prezzi. Il piano del ministro Bianchi punta invece a introdurre una pianificazione statale del settore: ad ogni aeroporto viene data una diversa valenza, nazionale e locale, ma anche una connessa specializzazione funzionale. Gli aeroporti locali non potranno cioè sviluppare le tratte internazionali: così facendo, il Ministro vuole scegliere direttamente quali aeroporti sviluppare e toglie al mercato la possibilità di scelta. L’effetto del piano sarebbe quello dell’eliminazione delle compagnie low cost: meno concorrenza e prezzi più alti per i turisti e i viaggiatori italiani.