In Europa oggi non c’è solo il modello statalista di gestione del trasporto ferroviario, ma ne esiste un altro, basato sulla concorrenza, che dà buoni risultati con meno risorse. Dopo anni di fallimento del sistema ferroviario sarebbe il caso di cambiare.
Le FS hanno cumulato perdite per 3,3 miliardi di Euro negli ultimi 7 anni nonostante abbiano beneficiato di consistenti contributi pubblici. Esistono però in Europa modelli diversi e di successo: i due Paesi europei più liberalizzati, Svezia e Gran Bretagna, hanno realizzato un’ottima crescita nell’ultimo biennio. In Europa oggi non c’è solo il modello statalista di gestione del trasporto ferroviario, ma ne esiste uno alternativo, basato sulla concorrenza, che dà buoni risultati con meno risorse. Dopo tanti anni di fallimento del nostro sistema ferroviario sarebbe forse il caso di cambiare.
La liberalizzazione del trasporto ferroviario è l’obiettivo che si è posta l’Unione Europea. In Europa sono riscontrabili due modelli: quello anglosvedese e quello francese. La Gran Bretagna e la Svezia hanno concluso il processo di apertura del mercato da alcuni anni con successo e con un uso limitato di risorse pubbliche rispetto alla Francia. Il trasporto ferroviario italiano è cresciuto negli ultimi 12 anni ad un tasso inferiore alla media europea. Sono riscontrabili diversi problemi: la non separazione effettiva tra rete ferroviaria ed operatore dominante ed i costi eccessivi per la costruzione delle opere infrastrutturali. Le FS hanno cumulato perdite per 3,3 miliardi di Euro negli ultimi 7 anni nonostante abbiano beneficiato di contributi pubblici negli ultimi 9 anni per quasi 40 miliardi di Euro. I costi operativi di FS superano di 3 miliardi i ricavi delle vendite. I problemi del settore sono diversi e difficilmente risolvibili nel breve periodo.