Il processo di privatizzazione di Alitalia è già andato troppo per le lunghe e ora va chiuso con la cessione ad AirFrance/KLM; l'insistenza su un salvataggio italiano maschera la pretesa dei politici di interferire col destino dell'azienda.
Il processo di privatizzazione di Alitalia è già andato troppo per le lunghe e ora va chiuso con la cessione ad AirFrance/KLM. Il consiglio d’amministrazione di Alitalia ha indicato quella che, a questo punto, è la soluzione più logica per porre fine al travaglio della compagnia. L’insistenza su un salvataggio italiano maschera solo la pretesa dei politici di interferire col destino dell’azienda, e lo stesso si può dire dell’improvviso riaffiorare di pretese localistiche e provinciali. In questo modo non si farebbe altro che rimandare ulteriormente un problema che avrebbe potuto e dovuto essere risolto molto tempo fa.
Il Consiglio d’Amministrazione di Alitalia ha scelto AirFrance come futuro partner a discapito di AirOne. La decisione dovrebbe essere confermata dal Governo entro metà Gennaio; nel frattempo la compagnia avrà perso altri 40 milioni di Euro. La situazione di Alitalia è critica sia dal punto di vista finanziario, che della perdita di quote di mercato. Le motivazioni favorevoli alla scelta della compagnia francese sono molteplici, anche se rimangono dei dubbi sull’esempio francese. La fusione tra AirOne ed Alitalia porterebbe ad avere la sesta compagnia europea con appena il 4 per cento del mercato europeo. Il processo di vendita così lungo ha peggiorato ancora la crisi Alitalia ed ha reso la compagnia sempre meno attrattiva; probabilmente altre offerte potevano essere più interessanti, ma gli interessi politici hanno limitato le alternative disponibili. Dall’inizio del processo di privatizzazione Alitalia ha perso circa 400 milioni di Euro.
