La liberalizzazione ferroviaria è alle porte e qualcosa è stato fatto, ma il grande problema è ancora da affrontare: la separazione della rete ferroviaria da Trenitalia. Finché non si romperà questo conflitto di interesse, non ci saranno risultati.
La liberalizzazione ferroviaria è alle porte, ma l’Italia rischia di trovarsi impreparata all’appuntamento. Grazie alla spinta dell’Unione Europea, la liberalizzazione del trasporto ferroviario è sempre più vicina. Formalmente qualcosa è stato fatto, ma il grande problema è ancora tutto da affrontare: la separazione della rete ferroviaria dall’operatore dominante, ed ex monopolista, Trenitalia, peraltro ancora in mani interamente pubbliche. Finché non si romperà questo conflitto di interesse, è velleitario attendersi dei risultati dalla liberalizzazione.
Dopo molto tempo il settore del trasporto su rotaia si appresta finalmente ad essere effettivamente liberalizzato. È innegabile che senza l’orientamento market-oriented adottato dalla Comunità europea in questi ultimi dieci anni il mercato italiano non avrebbe potuto raggiungere il grado di virtuosità attualmente riscontrabile. Rimangono tuttavia presenti delle criticità legate soprattutto alla mancata separazione tra il gestore della rete ferroviaria e l’operatore monopolista Trenitalia imposta dal legislatore nazionale ancora nel 2000.