Un'autentica liberalizzazione del settore ferroviario sarebbe utile, non solo ai consumatori, ma anche a Trenitalia, perché ne farebbe emergere i problemi e la metterebbe nella condizione di iniziare a risolverli.
Nonostante Trenitalia operi in condizione di monopolio i bilanci delle Ferrovie sono sempre in pesante passivo. Anche nell’ultima gestione, Ferrovie dello Stato ha peggiorato il proprio andamento, soprattutto a causa di una mancanza di concorrenza che, se fosse presente, evidenzierebbe le debolezze del monopolista. Un’autentica liberalizzazione del settore sarebbe dunque utile, non solo ai consumatori, ma anche all’azienda, perché ne farebbe emergere i problemi e la metterebbe nella condizione di iniziare a risolverli.
Il bilancio di Ferrovie dello Stato continua a segnare forti perdite nonostante operi in una situazione di quasi monopolio, mentre il mercato del trasporto ferroviario italiano rimane stagnante. L’indice di concentrazione permette di dimostrare che la concorrenza sul mercato del trasporto ferroviario non è ancora presente in Italia. Negli ultimi 8 anni, F.S. ha ricevuto contributi, sussidi o aumenti di capitale per oltre 56 miliardi di Euro; i bilanci dell’azienda sono dunque estremamente dipendenti dagli “aiuti” concessi dallo Stato. La diminuzione delle perdite di F.S. nel 2007 è stato proclamato come un grande successo; tuttavia il miglioramento è dovuto essenzialmente ad un aumento dei contributi statali. Se effettivamente ci fosse stato un risanamento del bilancio, questo sarebbe quanto meno da imputarsi alla generosità dei contribuenti. La gestione Moretti non ha migliorato i conti di Ferrovie dello Stato che continua a soffrire del tipico male delle aziende pubbliche: l’inefficienza. Un’inversione di direzione si potrà avere con una gestione aziendale che si avvicini a quella privatistica, la quale richiede sia la liberalizzazione del settore, sia la disciplina di mercato imposta da una privatizzazione.