I processi di centralizzazione politica favoriscono un aumento della pressione tributaria, mentre la concorrenza fiscale è uno dei metodi più efficaci per frenare l’espansione della mano pubblica.
In questo senso, l’opinione pubblica italiana dovrebbe contrastare sia il trasferimento di poteri a Bruxelles che quei processi di “armonizzazione” che tendono a ridurre la competizione tra Stati.
Per stimare gli effetti delle politiche pubbliche, è essenziale definire gli interessi di tutte le parti in causa: politici, burocrazia, contribuenti. La concorrenza fiscale danneggia il ceto politico, ma è positiva per i cittadini comuni. La spesa pubblica non tende a diminuire per ragioni che la teoria economica mette in luce. La concorrenza fiscale è uno dei metodi più efficaci per frenare l’esplosione della sfera pubblica.
Ogni programma di riforma non può prescindere dall’individuazione di chi ha davvero interesse a cambiare il sistema politico-istituzionale. Entro un ordine istituzionale competitivo, i politici devono fare tutto il possibile per non perdere base imponibile.