Il 1° gennaio 2010 diventerà efficace la cosiddetta “azione di classe”, versione italiana della class action. Tuttavia non si tratta di una vera class action, bensì di un nuovo modulo processuale che si aggiunge al proliferare di riti creati negli ultimi decenni.
Si può stimare ragionevolmente che le difficoltà e le conseguenze negative prevarranno sui benefici.
La nuova azione di classe innova profondamente il modello determinato dalla legge finanziaria per l’anno 2008; questa è, però, strutturalmente diversa dalla class action statunitense. Nonostante i notevoli miglioramenti, l’azione di classe presenta ancora considerevoli perplessità e difetti. Al tribunale sono concessi enormi poteri istruttori all’atto dell’emanazione dell’ordinanza di ammissibilità dell’azione di classe e la concentrazione della competenza su un numero estremamente limitato di tribunali comporta rischi di aumento del tempo medio di durata delle cause ordinarie già affidate a tali tribunali. Gli stessi obiettivi dell’azione avrebbero potuto essere più agevolmente raggiunti tramite una limitata modifica del Codice di Procedura Civile.