Almeno tre elementi del decreto legislativo per l’esercizio della delega nucleare meritano ulteriore riflessione e approfondimento.
Dopo l’emanazione della Legge 99/2009 per il ritorno al nucleare, il governo ha approvato lo schema di decreto legislativo per l’esercizio della delega, attualmente in corso di esame. L’iter decisionale appare più lungo e complesso del necessario. I potenziali siti nucleari saranno individuati dalle aziende interessate, nel rispetto dei criteri definiti dalla costituenda Agenzia di sicurezza. La sovrapposizione tra Valutazione ambientale strategica (VAS) e attuazione della Strategia nucleare rischia di generare confusioni e contenzioso. Il lavoro dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare e le strategie di investimento degli operatori privati non dovrebbero essere vincolate e subordinate ad un documento programmatico dell’esecutivo. I momenti di confronto con gli enti locali, pure indispensabili, sono replicati in modo improprio e occupano uno spazio di tempo troppo lungo. Con la scissione del momento della certificazione dei siti nucleari e dell’autorizzazione degli impianti è disatteso il principio del procedimento unico previsto dalla delega. Le modalità individuate per le compensazioni ambientali non sono convincenti. È molto positiva l’enfasi su trasparenza e comunicazione. Il decommissioning non dovrebbe restare monopolio pubblico