Comunità locali, una marcia in più per i beni culturali

Quali saranno le conseguenze della riforma costituzionale sulla cultura


11 Luglio 2016

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Vitalba Azzollini

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Quali saranno le conseguenze della riforma costituzionale sulla cultura? Come si verrà a configurare il rapporto tra Stato e Regioni? E quali spazi vi saranno per altri soggetti?

La riforma costituzionale non sembra provvedere né a un decentramento delle competenze né a una loro semplificazione: la centralizzazione nello Stato dei compiti di tutela e valorizzazione dei beni culturali ne rafforza la tendenza espansiva e, quindi, la presenza.

Uno dei principali limiti della riforma è pertanto quello di non contenere nuove previsioni volte ad ampliare espressamente la partecipazione al governo dei beni culturali di quanti operano nella società civile. Tuttavia il quadro giuridico delineato dalla Costituzione sembra consentire una sorta di ‘democratizzazione della cultura’, mediante la raccolta di tutte le energie positive del paese con l’obiettivo di creare una rete diffusa di gestione socialmente allargata del patrimonio storico e artistico.

Al pari di altri settori, anche quello dei beni culturali necessiterebbe della dinamicità di attori privati: producendo così quella evoluzione che è ‘culturale’ in più di un senso.

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