Pronostici (e suggerimenti non richiesti) sullo stato della giustizia italiana
Alcune riflessioni sullo stato del “sistema” giustizia in Italia a seguito della nomina del nuovo guardasigilli, Marta Cartabia, individuando alcuni punti imprescindibili per il programma di lavoro che quest’ultima dovrà affrontare.
Il primo banco di prova è stato offerto dalla necessità di adeguare le modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione per avvocati alle misure di sicurezza per fronteggiare l’epidemia da Covid 19. Alla luce di ciò, si evidenzia l’opportunità di cogliere l’occasione per immaginare, per il futuro, un percorso di abilitazione sempre più in linea con le attuali richieste del mondo del lavoro. Altri profili critici che richiederanno l’attenzione della ministra Cartabia sono – prosegue l’autore – quelli di specifici interventi legislativi volti a dirimere tre specifiche e cruciali questioni per la tenuta del Paese: l’abrogazione della legge “Spazzacorrotti”, la separazione delle carriere nella magistratura e la condizione del sistema carcerario.
Invero, ci sarebbero poi tantissime altre richieste da fare al ministro. Ci sarebbe, ad esempio, la riforma del codice penale, che risente ancora della sua originaria ideologia fascista, o la promozione di un’ampia opera di depenalizzazione che spazi dalle singole contravvenzioni a reati più seri come il traffico e spaccio di stupefacenti o l’aborto». Tuttavia, l’aspetto più pressante è «invocare l’intervento della ministra Cartabia anzitutto sulle urgenze prima menzionate.