Diritti connessi, le regole sbagliate che ostacolano la concorrenza

Bisogna ancora rimuovere gli ostacoli che continuano a frapporsi al corretto dispiegamento del gioco della concorrenza, a beneficio degli artisti e dell’industria culturale


26 Febbraio 2015

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Diego Menegon

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Il disegno di legge sulla concorrenza fa progredire il fronte delle liberalizzazioni su alcuni degli stessi fronti oggetto della lenzuolata di Bersani e del decreto liberalizzazioni del Governo Monti. Lascia però allo stato di cantiere alcune liberalizzazioni incompiute avviate nelle scorse legislature e arenatesi o rallentate dall’inerzia dei ministeri o da scelte poco favorevoli a chi vuole entrare nel mercato per offrire servizi migliori ai consumatori.

È il caso del mercato dell’intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore, ossia dei compensi spettanti agli artisti per la trasmissione in radio, TV e in pubblico delle opere musicali e cinematografiche da questi interpretate.
Il Focus dimostra come tale liberalizzazione del mercato, al di là dei principi enunciati con il decreto liberalizzazioni del 2012 sconti, in fase attuativa, notevoli difficoltà che penalizzano lo sviluppo di un contesto concorrenziale.

Diritti connessi, le regole sbagliate che ostacolano la concorrenza

Rimuovere gli ostacoli alla concorrenza sui diritti connessi beneficerebbe l’industria culturale condividi con questo commento
Quello dei diritti connessi è un caso emblematico di liberalizzazione a metà condividi con questo commento
Liberalising brokering of copyright-linked rights market can help the whole cultural industry condividi con questo commento
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