La web tax appare più come un confuso tentativo di generare nuovo gettito che un disegno razionale di adeguamento del sistema fiscale
29 Novembre 2017
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Massimiliano Trovato
Diego Zuluaga
La web tax italiana, in corso di approvazione nella legge di bilancio, si configura come un’imposta del 6 per cento sui ricavi derivanti da transazioni on line. Nella sua forma, è un tentativo isolato, ma fa riferimento a un dibattito assai più ampio. A livello europeo, infatti, è da diversi anni che la Commissione punta ad introdurre misure che armonizzino il sistema fiscale all’interno dell’Unione Europea, per renderlo più equo, efficiente, competitivo e sostenibile.
Tuttavia, disegnare un sistema fiscale giusto ed efficace a livello comunitario è tutt’altro che scontato e semplice. Nonostante le buone intenzioni della Commissione, l’adozione di un sistema fondato su una completa armonizzazione fiscale comporterebbe rischi ancora maggiori rispetto a quelli attuali.
Anche la web tax italiana appare più come un confuso tentativo di generare nuovo gettito che un disegno razionale di adeguamento del sistema fiscale.