La crisi Alitalia è costata oltre un miliardo di euro. Questo studio sottolinea i punti deboli di una soluzione che introduce altre barriere alla concorrenza.
2 Settembre 2008
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Politiche pubbliche
Andrea Giuricin
La crisi Alitalia è costata oltre un miliardo di euro: è questa la conclusione del nuovo studio dell’Istituto Bruno Leoni, che mette in evidenza i punti critici della travagliata operazione durata due anni.
La ricerca sottolinea come aver l’aver proceduto in questa maniera danneggi gravemente sia i contribuenti (a causa degli esuberi e degli oneri rimasti in capo al Tesoro) che i consumatori (poiché la fusione con Air One è accompagnata da una sospensione delle norme antitrust). Per giunta, la nascita di questa piccola compagnia, che vale meno del 3% del traffico europeo, allontana ancor di più l’apertura del traffico intercontinentale e vi sono cupe nubi all’orizzonte anche per Malpensa e Fiumicino, che si trovano con un monopolista che taglia collegamenti mentre vi sono ostacoli all’arrivo di competitori.
Il testo sottolinea i punti deboli di una soluzione che introduce altre barriere alla concorrenza. Si tratta di questioni alle quali sarebbe opportuno venisse data risposta. Se è vero, infatti, che la Compagnia Aerea Italiana si pone se non altro come ultimo atto nella lunga e travagliata vicenda di Alitalia, è pur vero che è essenziale che il passaggio in mani private non si traduca in uno strangolamento della libera competizione.