Non è possibile avere concorrenza senza che RFI riveda le tariffe di transito sulle linee ad alta velocità. RFI fa pagare a Trenitalia dei pedaggi tra i più bassi in Europa: una liberalizzazione non può essere efficace se non c'è coerenza fino in fondo.
Non è possibile avere una vera concorrenza senza che RFI riveda le tariffe di transito sulle linee ad alta velocità, che per Trenitalia sono tra le più basse in Europa. Questo comporta che, dovendo essere posti in posizione di parità tutti i concorrenti, le imprese ferroviarie che percorrono un tratto di linea RFI pagano un canone di transito troppo basso e non sufficiente a ripagare i costi di costruzione e gestione di una sofisticata Linea ad Alta Velocità. Pertanto, detti costi ricadono tuttora e ricadranno, a maggior ragione dal 2010, sulle tasche dei contribuenti italiani.
Il Focus quindi mostra come una liberalizzazione possa difficilmente essere efficace, se perseguita con coerenza e fino in fondo. Nel caso del trasporto ferroviario, è essenziale procedere alla separazione della rete dalla holding Ferrovie dello Stato, poiché la contaminazione proprietaria tra questi due soggetti causa delle distorsioni che danneggiano tanto i viaggiatori, che devono subire un servizio meno efficiente, quanto i contribuenti, chiamati a coprire coi soldi delle tasse queste inefficienze.