19 Marzo 2009
Argomenti / Ambiente e Energia , Economia e Mercato , Teoria e scienze sociali
Alessandro De Nicola
“Cos’è l’impresa? È un fascio di contratti il cui scopo è minimizzare i costi di transazione e massimizzare l’efficienza”. Questa frase descrive molto semplicemente la realtà, spesso negata dalle visioni tradizionali che descrivono la società per azioni come una “istituzione”. Il tentativo di inquadrare l’impresa in una cornice concettuale diversa, attribuendole scopi e doveri spuri, come avviene con il concetto di “responsabilità sociale di impresa”, produce danni, inefficienze prevenendo pure il raggiungimento degli scopi proclamati.
Parlare di democrazia industriale è un modo come un altro per distrarre l’impresa e la società per azioni dal suo fine: la massimizzazione del profitto. È solo quando riesce ad essere efficiente e a creare valore per gli azionisti che l’impresa massimizza anche il benessere sociale, creando ricchezza, posti di lavoro, competenza e conoscenza che i meccanismi concorrenziali provvederanno a diffondere nel mercato. Non è compito dell’impresa intraprendere azioni per le quali non ha competenze, né il legislatore deve imporre vincoli al suo modus operandi per inseguire malintesi fini sociali, che altro non sono se non gli obiettivi della classe politica momentaneamente al potere.