Liberalizzare le anticipazioni sul tfr/tfs dei dipendenti pubblici potrebbe servire a liberare risorse per le famiglie senza gravare sul debito pubblico, anzi riducendolo.
8 Aprile 2009
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Politiche pubbliche
Mario Dal Co
I dipendenti pubblici sono 3,6 milioni, tra Stato ed enti locali. Il loro credito verso i datori di lavoro pubblici supera i 50 miliardi di euro. Rendendo disponibili il 5% all’anno di tale somma, si ottiene un flusso di maggiore disponibilità per le famiglie, pari a 2,5 miliardi di euro all’anno. È un autentico “welfare nascosto”: la liberalizzazione delle anticipazioni del tfr/tfs alleggerirebbe le difficoltà economiche di numerose famiglie, che ne hanno bisogno.
Il Focus dell’Istituto Bruno Leoni spiega come, nonostante sia vero che il ministero del Tesoro non possa emettere titoli aggiuntivi, il problema sia facilmente superabile attraverso un coinvolgimento del sistema bancario: le banche, infatti, avrebbero un evidente interesse a partecipare a questo gioco, perché a fronte dell’apertura di nuove linee di credito potrebbero accettare come garanzia i diritti sulle somme future.