Focus 140. Uno spettacolo che non deve continuare

Il FUS non è lo strumento giusto per sostenere il settore e come una riduzione dei finanziamenti diretti erogati dallo Stato non è da considerarsi in maniera negativa.


25 Luglio 2009

Argomenti / Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali

Filippo Cavazzoni

Direttore editoriale

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Forti sono le proteste del mondo dello spettacolo per i tagli imposti al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS). Nel Focus si spiega perché il FUS non è lo strumento giusto per sostenere il settore e come una riduzione dei finanziamenti diretti erogati dallo Stato non sia da considerarsi in maniera negativa.

Diverse sono le criticità di questo strumento: i fatti dimostrano come il FUS sia la fotografia di un settore ingessato dove il “grande e consolidato” è tutelato rispetto al “piccolo e innovativo”. Nella determinazione del contributo, oltre ad altri criteri, influisce grandemente una certa tendenza a conservare lo stato delle cose, dovuta in primis a pressioni che potrebbero essere definite di tipo “politico-sindacale”. Di fatto, l’ingerenza della politica è ancora troppo forte.

In definitiva, per questi ed altri motivi che vengono illustrati nel Focus, appare chiaro come il FUS debba essere sostituito con altre misure volte a sostenere il settore.

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