Il FUS non è lo strumento giusto per sostenere il settore e come una riduzione dei finanziamenti diretti erogati dallo Stato non è da considerarsi in maniera negativa.
25 Luglio 2009
Argomenti / Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Filippo Cavazzoni
Direttore editoriale
Forti sono le proteste del mondo dello spettacolo per i tagli imposti al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS). Nel Focus si spiega perché il FUS non è lo strumento giusto per sostenere il settore e come una riduzione dei finanziamenti diretti erogati dallo Stato non sia da considerarsi in maniera negativa.
Diverse sono le criticità di questo strumento: i fatti dimostrano come il FUS sia la fotografia di un settore ingessato dove il “grande e consolidato” è tutelato rispetto al “piccolo e innovativo”. Nella determinazione del contributo, oltre ad altri criteri, influisce grandemente una certa tendenza a conservare lo stato delle cose, dovuta in primis a pressioni che potrebbero essere definite di tipo “politico-sindacale”. Di fatto, l’ingerenza della politica è ancora troppo forte.
In definitiva, per questi ed altri motivi che vengono illustrati nel Focus, appare chiaro come il FUS debba essere sostituito con altre misure volte a sostenere il settore.