L’ipotesi di adottare forme di controllo dei prezzi degli SMS è ingiustificata e potenzialmente dannosa. Non vi è alcuna prova dell’esistenza di un comportamento anticoncorrenziale e un intervento rischia di creare distorsioni della concorrenza
È “molto preoccupante” la proposta di controllare i prezzi degli SMS, come alcuni hanno ipotizzato all’indomani dell’incontro tra gli operatori telefonici e Mister Prezzi, una mossa ingiustificata e potenzialmente dannosa. Non vi è alcuna prova decisiva a carico degli operatori per l’ipotesi di comportamento anticoncorrenziale volto a danneggiare i consumatori. Questa poi sarebbe materia da Antitrust e non certo da azione di governo sui prezzi finali.
Sarebbe lecito sospettare dell’attenzione particolare ad un aspetto molto marginale della tariffazione, che è quello del prezzo massimo del servizio di messaggistica, quando gli utenti sono soliti servirsi di una grande varietà di offerte, piani e servizi in bundle che riducono l’importanza di avere il prezzo massimo fino a 15 centesimi. Viceversa, un intervento mal calibrato rischia di creare distorsioni della concorrenza e, nel lungo termine, rallentare il processo per cui, anno dopo anno, l’industria delle TLC è meno concentrata.