Se è vero che quella in corso è la peggiore crisi economica dal '29, allora è essenziale non ripetere gli stessi errori dell’epoca.
Come allora, gran parte dei rimedi messi in campo contro la crisi attuale spingono verso un aggravamento delle cose, o nella migliore delle ipotesi non sortiranno conseguenze positive.
L’economia lasciata a se stessa trova sempre il modo di riequilibrarsi in tempi rapidissimi e risanare le distorsioni generate dalla falsa espansione, ristabilendo l’equilibrio e le proporzioni tra produzione, consumi e risparmi secondo le preferenze temporali. Mantenere in vita artificialmente i malinvestment significa lasciare nell’economia un’infezione che impedisce la crescita e prolunga la crisi.
L’idea che stimoli monetari e spesa pubblica (che è sempre consumo) siano un surrogato del capitale e creino produzione più velocemente dei risparmi è un’illusione. L’economia non può crescere più velocemente di quanto possa risparmiare, investimenti e consumi non sono sommabili, ma alternativi. Il risparmio è il fondamento dello sviluppo economico e il suo motore è l’imprenditorialità, che non ha cittadinanza nell’universo keynesiano, perché per Keynes il motore dello sviluppo è l’azione del governo.