La proposta di elevare a 150 km/h il limite di velocità su certe tratte dell'autostrada ha diviso le opinioni. Se è vero che aumentando i limiti di velocità aumentano anche gli incidenti, la proposta è difendibile sotto il profilo dei costi e dei benefici
23 Febbraio 2010
Argomenti / Politiche pubbliche
Francesco Ramella
Research fellow, IBL e docente di Trasporti, Università di Torino
Al vaglio del Parlamento vi è la proposta di elevare a 150 km/h il limite di velocità su alcune tratte della rete autostradale. Su questo punto l’opinione pubblica si è divisa: da una parte chi sostiene che alzando il limite e grazie all’utilizzo dei cruise control, che fissano la velocità di crociera, avremmo un flusso costante che fa risparmiare tempo ed aumentare la sicurezza, dall’altra coloro che hanno paventato il rischio di una “strage” sulle autostrade.
Probabilmente hanno torto sia i sostenitori che i detrattori del nuovo limite di velocità. È verosimile che nel breve termine l’incidentalità aumenti ma, nonostante ciò, la proposta è difendibile sotto il profilo dei costi e dei benefici. Infatti, i dati riportati sembrano evidenziare come i risparmi di tempo conseguiti grazie ad un incremento della velocità media siano più rilevanti dei costi che derivano dall’aumento della sinistrosità.