21 Febbraio 2006
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Il governo potrebbe approvare l’obbligo per le compagnie petrolifere di sostituire almeno l’1 per cento dei carburanti tradizionali con biocarburanti, una percentuale che dovrebbe gradualmente salire nei prossimi anni, costringendo le imprese a sostenere costi aggiuntivi per quella parte di biocarburanti non coperta dalle esenzioni fiscali, ma che dovrà comunque essere messa in circolo per legge.
Ciò si tradurrà sia in un costo aggiuntivo per i consumatori che in una tassa indiretta sui profitti delle compagnie, esattamente ciò di cui un Paese come il nostro, bisognoso di investimenti, non necessita. Non è chiaro se benefici ambientali dei biocarburanti, dovuti all’abbattimento teorico delle emissioni di anidride carbonica, siano sufficienti a compensarne i costi, come per esempio la maggior pressione sullo sfruttamento del suolo e il rischio di perdita di biodiversità in Europa.
Questa misura protezionistica nemmeno favorirebbe l’agricoltura italiana, in quanto Paese importatore della maggior parte del fabbisogno di biodiesel e bioetanolo. Questa resta dunque una mossa dannosa per la competitività della nostra economia e probabilmente priva di risvolti positivi dal punto di vista ambientale.