Per riformare gli ordini professionali, occorre individuare una normativa comune a tutte le professioni che consenta di mettere in competizione una pluralità di ordini: con la concorrenza si potrebbe ottenere una vera e propria quadratura del cerchio.
Quello che serve sarebbe uno statuto unico degli Ordini professionali in competizione.
Su ogni professionista rimarrebbe l’obbligo di iscrizione ad un Ordine: la differenza starebbe nel fatto che esisterebbero più Ordini per ciascuna professione. Il vantaggio di tale soluzione sarebbe che, prima ancora che tra i professionisti, la concorrenza si svilupperebbe tra gli Ordini, i quali modulerebbero le proprie caratteristiche per individuare (quello che riterrebbero essere) il migliore equilibrio tra attrazione di nuovi iscritti e prestigio esterno a tutela della clientela.
Con gli Ordini professionali in concorrenza verrebbero introdotti robusti elementi di libero mercato, facendo permanere una cornice pubblicistica a difesa della clientela, cui rimarrebbe sempre un organismo (l’attuale Consiglio dell’Ordine) cui rivolgersi, ed eventualmente la giustizia amministrativa cui ricorrere.