Anthony de Jasay offre un punto di vista graffiante e penetrante sull'ostinazione con cui i francesi vedono nella piazza il luogo più adatto per manifestare la propria insoddisfazione e ottenere quel che vogliono dal governo di turno
All’indomani degli scontri parigini tra studenti in rivolta e forze dell’ordine è evidente come la Francia sia vittima di una tra le legislazioni più invasive (in materia di diritto del lavoro, ad esempio), di una diffusa ignoranza delle questioni economiche più elementari e, infine, di quelle logiche politiche e clientelari in virtù delle quali l’azione coordinata dei “privilegiati” (quanti hanno già una posizione sicura all’interno del sistema) riesce sempre ad avere la meglio sui diritti degli “esclusi” (coloro che sono senza lavoro: quel 10% della popolazione che sale fino al 23% tra le fasce più giovani).
Per di più, oggi queste situazioni appaiono difficilmente sradicabili dal momento che l’intera società appare imbevuta di una cultura socialista profondamente avversa al mercato, alla competizione e alla libertà contrattuale.