Iniziative come quella dei Comuni lombardi che usano i soldi dei contribuenti per fare concorrenza alle acque minerali possono apparire innocue, ma nessun bicchiere d'acqua è gratis
Iniziative come quella dei Comuni lombardi che usano i soldi dei contribuenti per fare concorrenza alle acque minerali possono apparire innocue, ma nessun bicchiere d’acqua è gratis: spreco, inefficienza, interessi di parte sono la realtà quotidiana nel grande gioco della spesa pubblica – e spesso sfuggono all’attenzione dei più.
È il caso dell’iniziativa delle “case dell’acqua” con cui alcuni Comuni hanno cominciato ad offrire un servizio di gasatura e imbottigliamento dell’acqua potabile. Questa attività, gestita in Lombardia da alcune imprese municipalizzate, beneficia di un finanziamento regionale. Si tratta però di una iniziativa ingiustificata, poiché interviene in quella che potrebbe essere una normale attività di impresa, ripagabile dai profitti come avviene ora con la vendita di acqua minerale.
Se lo Stato almeno non intervenisse laddove è già presente un fiorente mercato privato, sul cui grado di concorrenzialità non possono esserci dubbi come nel caso delle acque minerali, avremmo assieme meno spesa pubblica e meno inutili distorsioni.