Questa vicenda non rappresenta la vittoria dei promotori del referendum sull’acqua, ma casomai una sconfitta della democrazia e una dimostrazione che il referendum è un mezzo di facile manipolazione della realtà e del diritto
27 Settembre 2012
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Serena Sileoni
La decisione della Corte costituzionale di annullare la disciplina dei servizi pubblici locali, ritenendola incompatibile coi risultati del referendum, è tecnicamente corretta ma segna un enorme problema relativo al funzionamento della nostra democrazia. Infatti il referendum “sull’acqua” ha creato enormi problemi a un intero settore bisognoso di razionalizzazione.
Tale caso è una dimostrazione che il referendum, lungi dall’essere uno strumento di democrazia diretta, è un mezzo di facile manipolazione della realtà e del diritto. Non a caso, nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa – i giorni successivi al deposito della sentenza – dai promotori e sostenitori del referendum, essi finalmente riconoscono e trionfalmente ammettono, ora sì, che il referendum era su un argomento più vasto della sola gestione del servizio idrico.