La separazione della rete Telecom, di per sé utile a migliorare le condizioni competitive del mercato, potrebbe rivelarsi uno strumento a tutela dell’ex monopolista per le modalità e i tempi in cui dovrebbe svolgersi
Per lunghi tratti la posizione di Telecom circa lo scorporo della rete in rame è stata ondivaga, ma la svolta è giunta in seguito ad uno studio interno all’azienda, che ha aperto un nuovo scenario in cui Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha il ruolo di promessa sposa. Le forti posizioni debitorie di Telecom rappresentano una importante componente nel cambio di rotta, in quanto lo spin-off potrebbe fornire risorse necessarie per tagliare lo stock di debito, ma non è l’unico; l’azienda intravede infatti la possibilità di barattare una quota della sua dominanza sulla rete in rame, per garantirsene una analoga sulla rete in fibra, da realizzarsi con il ruolo pivotale di CDP.
Sebbene lo scorporo della rete abbia, in termini di tutela della concorrenza, un’utilità evidente, favorendo un’effettiva parità di accesso all’infrastruttura da parte di tutti gli operatori, tale utilità svanisce se lo scorporo viene perseguito non per rettificare il contesto competitivo della rete in rame, bensì in previsione del suo superamento, fungendo così da grimaldello per estendere una posizione di rendita da un mercato a un altro.
Insomma: più che di separazione, dovremmo parlare di rottamazione della rete.