La possibile fusione tra la Società Autostrade e Abertis ha scatenato obiezioni con motivazioni di ordine tecnico o economico. Stagnaro dimostra l'inconsistenza di molte delle tesi degli avversari della fusione
Le reazioni politiche all’annunciata fusione Autostrade-Abertis dimostrano che nel nostro Paese le idee protezioniste sono ancora assai diffuse.
Le polemiche contro Autostrade sono del tutto strumentali: come dimostra questo paper, infatti, o gli investimenti ci sono stati, e allora non c’è ragione per opporsi alla fusione, o non ci sono stati, e allora ci troviamo di fronte a un evidente fallimento del sistema regolatorio con cui la fusione ha poco a che fare.
È chiaro quindi che la vera ragione delle opposizioni vada cercata nella convinzione che le infrastrutture non possano essere messe in mano a compagnie straniere: in questo modo, però, si fa violenza all’ideale di un’Europa capace di trovare nell’integrazione dei mercati il senso della sua unione.