Touraine aveva invitato il governo italiano a riproporre le logiche di un’economia amministrata: Lottieri risponde che un’ulteriore crescita del potere statale moltiplicherebbe quei disordini che sono un effetto dello strapotere dell’apparato statale.
2 Settembre 2006
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Teoria e scienze sociali
Carlo Lottieri
Direttore del dipartimento di Teoria politica
Intervenendo nel dibattito sul socialismo avviato da “La Repubblica”, in questo Focus IBL si replica alle tesi espresse dal sociologo Alain Touraine, autore tra le altre cose di “La société post-industrielle” (1967) e di “Critique de la modernité” (1992).
Alle proposte dello studioso francese, che aveva invitato il governo italiano a riproporre le logiche di un’economia amministrata, si risponde che un’ulteriore crescita del potere statale finirebbe fatalmente per moltiplicare quei disordini e quegli arbitrii la cui responsabilità Touraine attribuisce al libero mercato, e che invece sono un effetto della dissoluzione del diritto di proprietà (e del diritto tout court) che discende dallo strapotere dell’apparato statale.
Quello in cui Touraine vorrebbe farci vivere è un mondo “selvaggio” e senza regole, dominato da progetti utopistici, spinte di corporazioni e sindacati, interessi di gruppi organizzati, volontà di maggioranze e, sempre di più, anche di minoranze chiassose. Speriamo che pochi vogliano ascoltare la sua lezione.