Con la mancata fusione tra Società Autostrade e Abertis, il governo ha avuto un ruolo protezionista e di chiusura, con il risultato di aver inviato un messaggio negativo ai mercati: le imprese straniere sono disincentivate a investire in Italia.
15 Gennaio 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
La mancata fusione di Autostrade e Abertis è un brutto segnale per il Paese.
In questa vicenda il governo ha interpretato un ruolo protezionista e di chiusura, facendo perdere all’Italia l’opportunità di essere protagonista della nascita di un campione europeo competitivo a livello mondiale. Il risultato è esclusivamente quello di aver inviato un messaggio negativo ai mercati: le imprese straniere vengono disincentivate a investire in Italia, e quelle italiane a intraprendere progetti ambiziosi.
L’esecutivo si è comportato come don Rodrigo, senza apparentemente alcun motivo di tutela dell’interesse dei consumatori, che anzi in questa maniera saranno danneggiati: non solo perché si indebolirà la capacità di investire in miglioramento della sicurezza e qualità delle strade, ma anche perché, avendo aumentato il rischio paese, si riduce la pressione competitiva su tutti gli operatori di autostrade.