In merito al tema della riforma del sistema radiotelevisivo, l’autore sottolinea l'importanza di una liberalizzazione ad ampio raggio, attraverso una nuova attribuzione di diritti di proprietà sulle frequenze radiotelevisive.
20 Gennaio 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Teoria e scienze sociali
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Il sistema radiotelevisivo ha bisogno di una liberalizzazione ad ampio raggio, attraverso una nuova attribuzione di diritti di proprietà sulle frequenze radiotelevisive, per ripristinare regole di mercato in un settore importante come pochi altri, ma viziato da una forma davvero marcata di interventismo pubblico.
Se c’è un assenso generalizzato sul fatto che quello televisivo sia solo un quasi-mercato, resta molta poca chiarezza su cosa andrebbe fatto per migliorare la regolazione del settore. O meglio, sono in pochissimi a proporre soluzioni di impianto liberale.
Come può essere un vero mercato delle frequenze? Possono sembrare suggestioni inavvicinabili, in un dibattito tanto viziato dal binomio politica/tv quale è quello italiano, ma siamo convinti che, ogni tanto, la miglior pratica sia proprio la teoria.