In risposta a Saviano, per il quale la criminalità organizzata campana rappresenterebbe una forma coerente di libero mercato, Vernaglione evidenzia al contrario come il costante ricorso alla coercizione renda indefendibili ipotesi del genere.
In concomitanza con l’assegnazione del Premio Fahrenheit a Roberto Saviano per il libro “Gomorra” (attribuitogli dall’omonima trasmissione di Radio 3), l’Istituto Bruno Leoni pubblica un Focus che mostra quanto sia indifendibile una delle tesi più ricorrenti nel libro di Saviano, per il quale la criminalità organizzata campana rappresenterebbe una forma coerente e sofisticata di libero mercato. Il costante ricorso alla coercizione di tale sistema rende però indifendibili ipotesi di tale genere.
Un sistema di dominio come quello camorristico, che mira ad emulare il monopolio statale della violenza e cerca di costruire un proprio sistema di prelievo fiscale, non può essere assimilato alle logiche del libero mercato, le quali esigono il più rigoroso rispetto della proprietà privata, della libertà di scambio e di iniziativa, dell’autonomia contrattuale dei singoli. Tutti elementi che cercheremmo invano all’interno della prassi aggressiva e intimidatoria delle organizzazioni mafiose: a Napoli e altrove.