In questo scritto di Pennisi approfondisce gli aspetti economici del mondo della lirica e del finanziamento pubblico dell'arte. Al termine di un'analisi ficcante e puntuale, Pennisi individua possibili rimedi alla situazione di crisi della lirica.
Il rapporto tra teatro lirico e libero mercato è molto difficile. Tuttavia è venuto il momento di introdurre innovazioni in grado quanto meno di alleggerire una situazione assai grave.
Ci si muove da una constatazione: che la lirica avrà sempre difficoltà fino a quando non crescerà la “domanda” di tale genere e quindi non migliorerà la cultura musicale degli italiani. Ma per fare questo è indispensabile che si chiuda la triste pagina dei teatri ultra-indebitati e dei professionisti super-pagati con i soldi dei contribuenti, ed è pure urgente che cresca la produttività delle istituzioni liriche del Paese.
L’esperienza britannica richiamata può rappresentare un modello utile, soprattutto se serve ad introdurre criteri di mercato e logiche imprenditoriali in un mondo che era davvero dinamico e creativo quando, nel diciannovesimo secolo, la lirica italiana era interamente un affare di privati: impresari, editori, autori, musicisti e così via.