Nonostante le promesse di liberalizzazione dell’economia italiana, la realtà è lontana dalle aspettative. La liberalizzazione postale continua ad essere ostacolata da Poste italiane, con la complicità dello Stato, regolatore ed azionista.
2 Luglio 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Rosamaria Bitetti
Fellow, IBL e ricercatrice in Analisi delle Politiche Pubbliche, Università LUISS Guido Carli
Massimiliano Trovato
Mentre dovremmo esserci incamminati verso una piena ed attuale liberalizzazione postale, non solo permangono ostacoli alla concorrenza ma anzi questi vengono continuamente aggravati da Poste italiane, con la complicità dello Stato, regolatore ed azionista.
Risulta fortemente penalizzante per le agenzie private di recapito il recente bando che prevede la reinternalizzazione del servizio di gestione della posta raccomandata, con il sacrificio di circa il 60% dei volumi precedentemente garantiti alle agenzie private, e la concessione di una contropartita assai scarna.
Mentre ci si trastulla con i nuovi orari di servizio che gli uffici postali di Poste Italiane dovranno osservare durante la stagione estiva e l’incumbent tenta di sviare l’attenzione con l’introduzione della nuova fiammante Raccomandata Turbo, vengono spazzate via le ultime vestigia di competizione in un settore che già raggiunge un livello d’ingessatura ineguagliabile.