Il futuro della compagnia di bandiera è di nuovo incerto. L'unica certezza è che l'azionista pubblico deve uscire dall'azionariato perché ha mostrato di non essere in grado di saper gestire la compagnia.
Il fallimento della privatizzazione di Alitalia lascia un’unica certezza: l’azionista pubblico deve uscire dall’azionariato perché è palesemente non in grado di saper gestire la compagnia.
Alitalia avrebbe bisogno di focalizzare il business verso l’intercontinentale, rinnovare la flotta, ridurre i costi, aumentare il load factor: quello che ha fatto la spagnola Iberia quando è stata privatizzata. Proprio uno sguardo alla concorrenza internazionale potrebbe insegnare molto alla nostra compagnia di bandiera. Ci vogliono passi coraggiosi che contrastino l’emorragia di passeggeri di Alitalia, ripensando il sistema di rotte.
Dopo il fallimento del bando governativo, restano ora due soluzioni aperte: la liquidazione o la privatizzazione per trattativa privata. Sono entrambe soluzioni insoddisfacenti. Quello di cui Alitalia avrebbe bisogno è una vera gara senza condizioni politiche, in modo che la compagnia finisca nelle mani di chi è disposto a pagarla di più e che quest’ultimo abbia le mani libere per ristrutturarla.