Anche la Finanziaria di quest'anno purtroppo conferma la tendenza italiana a politicizzare la cultura ed il cinema.
6 Novembre 2007
Argomenti / Economia e Mercato , Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Filippo Cavazzoni
Direttore editoriale
Le linee di intervento sul cinema prospettate nella Finanziaria attuale dovrebbero preoccupare. Per l’Istituto, a fronte della proposta di introduzione di una sorta di tax shelter nella forma di un credito di imposta per investimenti nel settore cinematografico, permane un approccio interventista, nell’imposizione di obblighi di reinvestimento dei ricavi e nell’ imposizione di specifichi obblighi di programmazione nei confronti di attori operanti nel settore radiotelevisivo.
Anche la Finanziaria di quest’anno purtroppo conferma la tendenza italiana a politicizzare la cultura ed il cinema.
Il cinema italiano, se vale, riesce ad attirare preziose risorse. Questo dovrebbe essere il criterio per promuovere il made in Italy in materia di settima arte: non obbligare le emittenti televisive private a impegnare i propri profitti nel modo desiderato dal legislatore, ma lasciare che siano le stesse emittenti a scegliere quale opera italiana merita di ricevere il loro interesse.