La finanziaria è davvero imprescindibile? Indagando le dimensioni delle procedure di bilancio in altri Paesi, confrontabili con l'Italia, se ne deduce che la finanziaria è un'anomalia italiana che non produce benefici per i conti dello Stato.
17 Dicembre 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Teoria e scienze sociali
Filippo Cavazzoni
Direttore editoriale
L’approvazione della finanziaria durante la sessione di bilancio è una anomalia tutta italiana: è così che si riescono ad aprire porte sempre nuove all’intervento dello Stato. La cronaca ci parla del resto di interventi che nulla hanno a che fare con le corrette procedure di bilancio, e che pure sono stati inseriti in finanziaria.
Indagando le dimensioni delle procedure di bilancio in altri Paesi, confrontabili con l’Italia, se ne deduce che la finanziaria è un’anomalia italiana che non produce benefici né per i conti dello Stato né sul piano del controllo della finanza pubblica, disattendendo ogni aspettativa e costringendo i governi (e soprattutto i contribuenti) del decennio successivo a una rincorsa che si è rivelata difficile e piena di sacrifici.
Abolire la finanziaria si può e si dovrebbe: la finanziaria è ormai diventata un tritarifiuti, nel quale confluiscono tutte le istanze clientelari e nel contempo tutte le necessità di visibilità ed urgenza. Il nuovo Focus IBL consiglia la sostituzione integrale dei vari documenti del processo di bilancio oggi in vigore, con un unico testo normativo e programmatico, su cui il parlamento manterrebbe limitati poteri di emendamento.